Negli ultimi tempi si è assistito a un’evoluzione sostanziale del concetto di salute, che a detta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) non si identifica più come uno stato di “assenza di malattia”, bensì come il “mantenimento nel tempo di una condizione di benessere psico-fisico”. Da questo punto di vista, tra la condizione di salute e quella di malattia ha trovato spazio un nuovo stato, il benessere, e qualsiasi intervento rivolto alla sua salvaguardia rientra nel campo della prevenzione, il vasto terreno nel quale operano, tra l’altro, anche le scienze cosmetiche. Questi cambiamenti hanno catalizzato la traslazione dei cosmetici dal piano della bellezza a quello del benessere, da prodotti “estetici” a prodotti “funzionali”, attraverso meccanismi che sono ormai osservabili pressoché in tutte le branche della cosmetologia moderna e sono di fondamentale importanza per comprendere i molteplici cambiamenti che hanno interessato il mercato frenetico e affascinante del Beauty&Wellness. Parallelamente si sta assistendo a una metamorfosi negli operatori del settore, che da “consulenti di bellezza” si stanno trasformando sempre più in “promotori della salute”.
Tra i numerosi fenomeni che hanno favorito queste trasformazioni, va sottolineata la presa di coscienza (anche da parte del mondo occidentale) dell’inscindibile legame esistente tra la mente e il corpo, fondamentale per comprendere l’origine psico-fisica di molte patologie. Ormai è risaputo che diversi disturbi della sfera psichica possono derivare da un’alterata percezione della propria immagine corporea e questo avvicina ancora di più i prodotti di bellezza al settore della prevenzione, secondo lo slogan quanto
mai azzeccato: “Look good... feel better” (Mettiti bene, ti sentirai meglio). È stato questo il passaggio chiave che ha spinto una buona parte della classe medica ad accettare il ruolo sinergico e complementare dei trattamenti cosmetici nella terapia di alcune patologie, anche molto serie.